Aldifuori...

Colei che nessuno arruola e che è guidata soltanto da una natura impulsiva, la passionale complessa,
la fuorilegge, la fuori da ogni scuola, l'isolata ricercatrice dell'aldilà...

giovedì 7 giugno 2012

Concerto Dropkick Murphys: Casa Pound VS 404 error enemy not found


«Un’aggressione da parte di persone evidentemente poco interessate al messaggio che noi proponiamo, che con la forza e non curanti della presenza delle forze dell’ordine prontamente avvisate, si sono introdotte contro la nostra volontà all’interno del locale aggredendo alcune persone del pubblico». Così recita un post apparso sulla pagina ufficiale di Facebook del club romano all’1,53 di stanotte.

Che dire... nulla di più umiliante. 

I militanti di Casa Pound hanno preso parte al concerto dei Dropcick Murphys alla loro tradizionale maniera: sventolando le bandierine, intonando cori in memoriam Ducis e per la libertà del camerata Zippo.
Dopodichè hanno cominciato a spintonare e cercare di provocare i presenti per portare il divertimento ad un livello un poco più elevato.
E ad oggi l'antifascismo di quei presenti si esplica in un patetico vittimismo come ormai lo è diventato in più parti in questa squallida penisola. Non è più l'antifascismo che risponde, che no, non è vittima degli squadristi ma è fiero oppositore. Non è l'antifascismo che prevede l'attacco come miglior forma di difesa. E' l'antifascismo di chi invoca persino l'intervento delle forze dell'ordine e che comprende l'eventuale lamentela dell'OVVIO mancato intervento delle suddette.
E allora non abbiamo capito niente. Ma proprio niente. Ve le siete dimenticate le forze dell'ordine che ammazzano, stuprano, torturano, reprimono nelle strade, nelle carceri, nelle piazze (sì anche nelle piazze coi pacifisti, coi clown, coi giocolieri e quant'altro), in Val di Susa... che irrompono nelle nostre case, che difendono la devastazione delle nostre terre, che condannano gli antifascisti e che proteggono i fascisti... 
Non è più possibile dare la solidarietà agli inermi. Io non ve la do la mia solidarietà.
Non basta una toppa sul cappellino o un logo sulla maglia per essere antifascisti, soprattutto se poi si rimane completamente inermi quando si incontrano 'ste merde per strada o quando le si ritrova nei bar, quando è evidente che stanno rialzando la testa perchè glielo permettono le istituzioni e glielo permettiamo noi.
E' una riflessione che certamente esce, straripa dal concerto di ieri ma che deve essere fatta.
Scagliate pure le vostre bestemmie su chi ora scrive tutte 'ste boiate, ma dobbiamo riflettere seriamente sugli antifascisti che siamo diventati.
Il lavoro che bisogna senz'altro portare avanti in tutti i luoghi sociali sull'antifascismo è sacrosanto ma se deve colmarsi di volantini che invocano il presunto antifascismo delle istituzioni e la solita incazzatura part time contro chi attacca, da parte di chi neanche si difende e subisce, beh allora c'è qualcosa che non va.
Io la mia solidarietà a chi inalbera il vessillo del vittimismo non la do.
Sarebbe opportuno cominciare a riprendersi davvero tutti gli spazi, i luoghi sociali e i "luoghi comuni" che ci stanno togliendo. Non chiamando assessori e digos, ma armandosi di coraggio e di rabbia, di lucidità e azione.


Autodeterminazione... ce lo siamo dimenticati questo splendido concetto?
Se la risposta è no, ritorniamo a quelle pratiche che fanno di noi dei partigiani che combattono, e non degli inermi che subiscono.

LA MIGLIOR DIFESA E' L'ATTACCO.

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